Lightbox Effect

giovedì 11 novembre 2010

I hate all labels!

Uscirà tra breve, ma già gira online la foto copertina (vedi anche Face to Face Hot to Hot) e qualche stralcio, dal titolo "Laurel Holloman speaks to Rachel Shelley about her creative career change" tratto dall' intervista che Laurel ha rilasciato appunto a all'amica Shelley, per il magazine Diva di dicembre. L’aveva preceduta in questo (nel numero di agosto), Jennifer Beals, argomento trattato anche in She is!. Tornando alla bionda, già dalla copertina possiamo capire che troveremo una Laurel decisamente “spogliata” di tutto, infatti da quanto ho letto, si racconta a tutto tondo, sulla sua famiglia, lavoro, e la decisione di “fermarsi” un pò, per potersi dedicare a tempo pieno alla pittura, sua passione da sempre. Troviamo anche il perchè, che scommetto aprirà lunghi "dibattiti" tra le fans, di non definire e definirsi più come bisessuale, e ce lo spiega così:
I think maybe I shouldn’t identify as bisexual. I’m just not sure it’d be right to use that label again. I used it in my 20s because I was trying to be honest. I had an experience after I shot Two Girls in Love [Laurel’s breakthrough film role, over 15 years ago] and I thought it was a possibility. I guess I thought I could be bisexual. But then it never happened again. I’ve never had a relationship with a woman, so all my gay friends are like, you can’t use that label. You’re a straight girl that had a bi-curious hiccup. That’s what Leisha [Hailey, aka The L Word’s Alice] says.
perchè per lei la bisessualità, può essere un campo minato politico:
Thing is, I know that by backing off that label, it could look like I’m afraid. But, as an older woman, I’m very clear about my sexuality. I’m more solid in my identity, I never question it. But I’m also a very open person, maybe naively open… I’m comfortable in my skin. I don’t need a bunch of smoke and mirrors. I consider myself straight, I guess, but… I hate that label too. I hate all labels!
Sulla sua decisione di ri-stabilire se stessa come artista, ha detto a DIVA:
It’s always really hard for me to show a painting. I think at then beginning, when you’re putting yourself out there and you’re scared to death and you’re worried you’re going to be judged, you have to say 'Am I happy?' And if the answer is 'I’m happy' you just have to keep going. I’ve picked something that is totally subjective, and the thing is, I’m totally happy.
Fa un pò di luce poi sulla notizia che stata per un periodo di tempo, “truccio” di molte fans della separazione da suo marito, dichiarando che sta nel mezzo sì di una separazione, ma definita "di prova” così che lei attualmente non è del tutto sicura se classificarsi come una madre single (di due figlie) oppure no. L'articolo si chiude con una domanda: "sono stati gli enormi sconvolgimenti nella sua vita personale, o, che cosa, a scatenare questo cambiamento epocale nella carriera?" A giudicare dalle foto, direi che è stato un cambiamento più che...salutare, mammamia bella!
pss: Il nuovo numero è in vendita dal 11 novembre in ogni edicola, supermercati e librerie, oppure è possibile scaricare come applicazione per l'iPhone e iPad.

- Article and photos in Diva




mercoledì 10 novembre 2010

Vedi Laurel e poi...


E 'una Laurel Holloman, appagante e più che mai quella che abbiamo incontrato. Nonostante l'ora tarda in cui era prevista l'intervista, con grande gentilezza e disponibilità ha risposto alle nostre domande. A risposto del suo ruolo di Tina Kennard nella serie lesbo di fama mondiale 'The L Word', ma ha anche accettato di di giocare a 'foto', che la portò a parlare con nostalgia, entusiasmo ed emozione su Proposition 8, l'adozione della figlia, e, naturalmente, sulla sua pittura, dove ci sarà sicuramente la possibilità di vederla presto a Parigi. Un grande ringraziamento a lei per questo bel momento ...




Le bugie di Jeibì

Con “Lie To Me” c’è stata la “prima” italiana di Jennifer. Come tempo fa in Guest Star: Laurel Holloman, vi ho raccontato del debutto della bionda in “Castle”, ieri sera, finalmente si è ho visto anche quello della Beals. Mentirei (tanto per stare in tema), se non ammettessi che ho cominciato a guardare questo telefilm solo perché sapevo che vi avrebbe preso parte, ma devo riconoscere che a prescindere da lei, la serie è interessante. In breve parla di una agenzia “specializzata” nel riconoscere attraverso il linguaggio del corpo, se la persona “indagata”mente o no. Tale agenzia, guidata dal dottor Cal Lightman (Tim Roth), in volta volta si trova a “smascherare” l’improbabile bugiardo di turno. Jennifer come guest, interpreta la parte di Zoe Landau ex moglie di Lightman,  che si rivolge a lui per un caso di incendio doloso. Tra i due esistono ancora dei sentimenti latenti,  lungi da essere risolti, visto anche come è finito l’episodio. La parte che più mi è piaciuta, è stata all’inizio quando miss Beals si presenta in tutta la sua bellezza, togliendosi la maschera che le nasconde il viso. Quando dico che ho difficoltà  “a vederla” nei panni di una etero, e per giunta in una pseudo relazione, sto dicendo la sincera verità,  ribadendo poi i motivi che già in My name is Bette Porter scrissi. Cipz!